L'Arca dell'alleanza

dove si trova?

di Francesco Cordero di Pamparato

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Che cosa è l’Arca?

 

Ambiente in cui nascono sia l'Arca che Mosè.

Chi era Mosè?

Come era fatta l’Arca?

Ma l’Arca è esistita davvero o è solo un simbolo?

  • A questo proposito c’è la testimonianza di un addetto ai lavori: Leen Ritmayer che fu capo architetto all’epoca degli scavi sulla montagna del Tempio. Nel suo lavoro scoprì il Sancta Santorum, la stanza in cui era contenuta l’Arca e al suo interno una cripta che ha dimensioni che corrispondono a quelle che avrebbe dovuto avere l’Arca. La sua scoperta non è accettata universalmente, ma tra le varie teorie e tentativi di ricostruzione del Tempio di Salomone è di gran lunga la più accreditata e accettata. Può quindi essere la base di partenza per una ricerca seria.

    Ma cosa era realmente l'Arca e cosa realmente conteneva?

    Su questo argomento le interpretazioni sono le più disparate e passiamo dalle più serie alle più cialtronesche.

  • Stranamente parlando dell'Arca tutti sono più rivolti all'oggetto in sé dimenticando un dettaglio importantissimo e fondamentale: qualsiasi sia il suo contenuto, l'Arca è soprattutto e prima di tutto un contenitore. Il suo valore simbolico o venale è elevatissimo, ma l'importanza dell'Arca è data soprattutto dal suo contenuto. Quindi quando ci si chiede che cos'è l'Arca ci si deve chiedere subito dopo: che cosa contiene?

    Tranne i fanatici della macchina infernale, tutti sono concordi su una cosa l'Arca è il contenitore di un sapere elevatissimo: Divino per chi è credente, comunque iniziatico per chi vuole dargli un interpretazione di questo tipo. Sta di fatto che il sapere contenuto nell'Arca fu quello su cui Mosè si basò, per trasformare il popolo dalla dura cervice nel popolo eletto. Quindi la ricerca dell'Arca sarà archeologica da parte di coloro che ricercano il reperto, religiosa per chi crede che questo oggetto contenga le tavole dei Dieci comandamenti, esoterica per chi cerchi la parola perduta. Per chi sostiene che fosse una macchina infernale è meglio non trovarla per non essere sbugiardato.

    Ma da quanto l'Arca conteneva si può avere una risposta alla domanda sui suoi poteri magici e misteriosi? Forse, ma forse anche da come era fatta. In effetti c'è da chiedersi come mai la Bibbia si dilunghi tanto sulla descrizione di come doveva essere fatto questo "oggetto" e la descrizione non può non avere un motivo. Quale significato ha dunque la forma dell'Arca? Se si accetta e sembra indiscutibile l'influenza egizia nella costruzione, incominciamo dalle figure alate che sormontano il coperchio. La Bibbia li nomina Cherubini. Con questo nome viene identificata una delle tante categorie di angeli. Per quanto riguarda i cherubini, erano stati citati in precedenza solo una volta: sono loro infatti i guardiani del Paradiso terrestre. Quelli che impediscono agli uomini di potervi rientrare. Si tratta dunque di angeli guardiani, figure che dovrebbero mettere paura a chi li vede. Figure che hanno il compito di stare a guardia dell'Arca, ma soprattutto del suo contenuto. La figura di divinità (in senso lato) alata è comune a tutte le civiltà di quell'epoca. Compaiono frequentemente nei bassorilievi assiro babilonesi e nell'iconografia egizia.

    Ritorniamo alle tombe egizie. Potremo ricordare quanto già detto in precedenza. Ai quattro lati di molti sarcofagi, proprio sugli spigoli, sono raffigurate divinità alate con le ali spiegate, disposte a novanta gradi, in modo che le estremità di una punti all'estremità dell'altra. In questo caso, cioè sull'Arca vengono indicate solo due figure alate. Questo fa ricordare un'iconografia egizia piuttosto frequente: la rappresentazione di Iside e Nefti, poste una di fronte all'atra che piangono il comune fratello e marito Osiride. Ma al di la dei riferimenti e delle influenze delle culture contemporanee, perché si è scelto proprio quel determinato simbolo e non un altro? Perché i due cherubini si devono guardare reciprocamente e perché le ali devono arrivare vicine l'una all'altra? C'è forse una spiegazione. Un amico (Mario Ruberi) che ha studiato per molti anni i Templari, in maniera seria e non sensazionalistica, ha cerato di dare una spiegazione a questo interrogativo. L'Arca sarebbe stata costruita di legno di acacia. Rivestita all'interno e all'esterno di una superficie d'oro. L'acacia è un legno che emette una resina acida. Bene tutti sappiamo che una superficie acida tra due metalli buoni conduttori (l'oro è uno dei migliori) genera una pila elettrica. Un voltaggio anche basso avrebbe creato uno spavento terribile a popolazioni primitive e superstiziose. La scossa anche lieve sarebbe stata interpretata come la collera di Dio e sarebbe stata sufficiente a causare in molti un shock mortale. Ma se questa spiegazione può forse avere un credito, ce n'è un'altra ancora più semplice e credibile per quanto riguarda coloro che la toccavano. Se andiamo ad analizzare la maggior parte delle civiltà in cui il Divino è la regola su cui la civiltà si basa, contempla la figura del Tabù. Il nome cambia da religione a religione, ma il concetto rimane il medesimo. Il Tabù è un qualcosa di sacro accessibile solo ai sacerdoti o in certi casi, solo al Sommo Sacerdote. Proprio come per l'Arca. In tutte le religioni che lo contemplano, chiunque violi il Tabù incorrerà in una morte terribile in breve tempo, in altri casi invece, chi infranga il Tabù verrà messo a morte. In ogni caso le conseguenze sono gravissime. Coloro che hanno studiato il fenomeno, hanno potuto constatare come in molti casi, persone che abbiano violato il Tabù, che in certi casi era un oggetto banalissimo come per esempio un palo, siano morti improvvisamente solo per lo spavento e l'orrore del sacrilegio compiuto. Lo choc psicologico può essere tanto forte da diventare mortale. È quindi lecito pensare che se qualcuno morì per aver toccato l'Arca, la ragione più probabile è che il motivo sia stato la paura. Per quanto riguarda le stragi e le catastrofi che avrebbe causato, sarebbe interessante raccontare un piccolo aneddoto, svoltosi oltre tremila anni dopo. Poco più di un secolo fa un missionario italiano di cui è in corso il processo di beatificazione, il Cardinale Massaia, ebbe la sua capanna incendiata da una tribù etiopica che rifiutava la sua presenza. Il giorno stesso un fulmine bruciò le capanne di qualcuno di loro. La cosa fece si che il credito di Massaia aumentasse moltissimo in quanto si sparse la voce che era un mago potente e che si era vendicato dei suoi nemici! Cosa non possono fare le coincidenze. Per di più se Mosè aveva da nascondere dei testi preziosi, cosa probabile, quale soluzione più brillante che nasconderli nell'arca, dichiarare che chi l'avesse toccata sarebbe morto avrebbe potuto trovare?

  • Quando scompare l’Arca?

  • Su questo punto inizia il mistero. Prima della costruzione del Tempio l’Arca viene citata circa duecento volte. Da quando Salomone la porta nel Sancta Santorum del Tempio, viene citata pochissimo ed in modo controverso. Nel secondo libro dei re si legge che quando Sennacherib attaccò Israele, il re Ezechia si reco nel Tempio al cospetto di Dio e pregò Il Dio di Israele che risiede tra i Cherubini. Ora i Cherubini erano all’estremità dell’Arca. E come abbiamo visto la presenza di Dio era indicata sopra l’Arca tra i cherubini. Secondo alcuni sarebbe scomparsa sotto il regno di Manasse che introdusse idoli empi nel tempio. Altri non accettano questa teoria in quanto sotto il successivo regno di Giosia si dice "collocate l’Arca santa nel tempio del Signore". Per di più il secondo libro dei Maccabei dice chiaramente che Geremia sarebbe salito sul monte Nebo e avrebbe nascosto in quella zona l’Arca in una grotta di cui avrebbe fatto franare l’ingresso. In fine, Geremia all’inizio del suo libro, cioè poco prima della presa di Gerusalemme da parte del re babilonese Nabuccodonosor dice "e non si dirà più Arca del Patto del Signore! Perché non verrà più in mente, non se ne avrà ricordo, non si ricercherà e non si rifarà più. ". La profezia sembra infatti ricollegarsi perfettamente al passo del secondo libro dei Maccabei. Se infatti Geremia avesse nascosto con particolare cura l'Arca, ben poteva essere sicuro che nessuno l'avrebbe più ritrovata. Resta da chiarire se quando il profeta parla dell'Arca, si riferisce all'oggetto, al suo contenuto o al simbolo. Questo è forse l'aspetto più interessante e misterioso. Incidentalmente se si prende per veritiera questa profezia non si potrebbe ritenere che una copia l’eventuale Arca di Axum. Stranamente, coloro che ritengono che l'Arca sia finita ad Axum in quanto sottratta dal Tempio al tempo di Manasse, si basano sulla profezia di Geremia e la definiscono anteriore alla dichiarazione di Giosia di riportare l'Arca nel Tempio. Ma se per Geremia l'Arca deve scomparire, allora cosa c'è ad Axum? Ma questo lo vedremo in seguito. Tornando a Giosia, il passo delle cronache che tratta del ritorno dell'Arca, cita anche il ritrovamento del libro delle leggi di Mosè e del grande festeggiamento che si fece nella pasqua successiva. Leggiamo il passo anche in senso allegorico e simbolico. Quanto la Bibbia ci vuole dire è che sotto Giosia si ritrovarono le leggi dei padri, calpestate da Manasse e si ristabilì l'alleanza con Dio. Questo sarebbe stato impossibile se il simbolo dell'alleanza fosse scomparso. Quali festeggiamenti si sarebbero potuti fare, quale ritorno alle leggi e all'alleanza si sarebbe potuto festeggiare, se il simbolo, il sigillo, il patto fossero scomparsi. Non ci sarebbe stata costernazione perché Dio irato delle empietà di Manasse aveva fatto sparire il simbolo dell'alleanza indicando in tal modo che non voleva più considerare il popolo ebraico il suo popolo eletto? Qualcuno potrà dire che invece tutto questo fu fatto per gettare fumo negli occhi del popolino e fargli credere che l'Arca era ancora in Gerusalemme. Ma non bisogna dimenticare che il popolo ebreo era a quei tempi religiosissimo. Molto difficilmente un Re d'Israele avrebbe avuto l'ardire di fare una sceneggiata avente come oggetto il patto d'alleanza con Dio.

    Infine, quando dopo settant’anni di prigionia a Babilonia gli ebrei possono ritornare a Gerusalemme, la Bibbia dice che vengono loro restituiti tutti gli oggetti sacri presi dai babilonesi e li elenca uno per uno. L’Arca, il più sacro non compare in questa lista. Quindi o non era stata presa o era andata distrutta. Pochi accettano questa seconda tesi. La tesi più plausibile è quella di Ron Wyatt che sostiene che l’Arca sia stata nascosta durante l’assedio dei Babilonesi. In effetti l’Arca per dei conquistatori avrebbe avuto un doppio grandissimo valore. Uno economico data la quantità do oro utilizzata per costruirla, l’altro religioso e di prestigio. Se infatti l’Arca elevava gli ebrei a popolo eletto, spogliarli di un tale oggetto voleva anche dire declassarli da questo ruolo. Oltretutto i babilonesi oltre alla mentalità della deportazione dei vinti, cercavano di imporre anche la loro religione. Quindi un conquistatore avrebbe fatto l’impossibile per impossessarsene a meno che fosse atterrito dai famosi poteri magici e misteriosi di cui si diceva fosse dotata. Va notato che una volta l’Arca fu catturata dai filistei e la Bibbia lo menziona. Ma furono colpiti da tante sciagure che preferirono restituirla. Da questi si possono fare due deduzioni

  • Infine se la Bibbia accetta di parlare della distruzione del Tempio non si capisce perché avrebbe dovuto tacere la distruzione dell’Arca se ciò fosse avvenuto. La descrizione degli scempi compiuti dai babilonesi è tale che non si vede perché se l’Arca fosse stata distrutta la cosa avrebbe dovuto passare sotto silenzio. Al limite si sarebbe potuto dire che era stata rapita in cielo, così come era successo ad Elia secoli prima.

    In ogni caso, dopo la distruzione del Tempio, non se ne parla più. Almeno nella Bibbia, tranne per quando verrà ricostruito il terzo tempio

    1. Chi ha cercato l’Arca sino ad oggi?

      È curioso che chi ha cercato l’Arca sino ad ora siano per lo più stati dilettanti e non archeologi professionisti. Sono stati esploratori come James Bruce, che però ritenne che si trattasse di una copia, giornalisti come Graham Hancock che hanno cercato soprattutto sensazionalismo, rabbini come Shlomo Goren e Yeuhda Getz che l’hanno cercata per motivi di carattere religioso o Vendyl Jones che è un archeologo che ha lavorato sui manoscritti del mar Morto, ma che ha un’estrazione di studi di carattere principalmente religioso. Viene citato anche il professor James Strange dell’università della Florida meridionale ma non si trova nessun’argomentazione su sue ricerche in proposito. C’è poi una figura pittoresca come Ron Wyatt che dichiara di averla trovata e porta argomentazioni interessanti a sostegno delle sue teorie, ma a sentir lui avrebbe ritrovato tutto il ritrovabile, in quanto scelto da Dio per ritrovare i reperti sacri.

      Ma a questo punto viene spontanea una domanda.

    2. Dove si trova o meglio dove potrebbe trovarsi l’Arca dell’alleanza?
  • Purtroppo almeno per ora questi scavi non possono proseguire. Infatti il monte del tempio è per i mussulmani il terzo luogo sacro per importanza. e quindi anche uno scavo sotterraneo ne sarebbe una profanazione. Inoltre il ritrovamento dell’Arca, almeno per alcuni sarebbe il momento per la ricostruzione del terzo tempio. Questo potrebbe causare la distruzione degli edifici sacri per l’Islam e potrebbe dare luogo ad una guerra santa. È da sottolineare che per i rabbini da un punto di vista religioso, lo spazio del Sancta Santorum santifica anche il territorio sottostante. La loro teoria è basata più sul talmud che sulla Bibbia. Molti ebrei ortodossi credono che l’Arca sia sotto le viscere del Tempio. Questa teoria sarebbe conciliabile con l'ipotesi che i templari abbiano trovato l'arca, perché la cercarono negli stessi posti. Inoltre ci sarebbe un dettagli di cui nessuno parla ma potrebbe avere un significato. Se infatti il secondo tempio fu ricostruito sulle rovine del primo, e il Sancta Santorum del secondo coincidesse come posizione con quella del primo, si spiegherebbero molte cose. Infatti il primo tempio era stato costruito come contenitore dell'Arca. Persa l'Arca non ci sarebbe più stato bisogno di un secondo tempio. Invece questo viene ricostruito proprio sulle rovine del precedente. Forse perché l'Arca era rimasta sempre al suo posto, sotto il Sancta Santorum? Ci si potrebbe chiedere perché non sarebbe stata portata dentro il Tempio, ma sarebbe stata lasciata in un nascondiglio sotterraneo. Ma la risposta è semplice. Il regno di Giuda non era più uno stato indipendente. Era una provincia dell'impero persiano, Ciro era stato molto magnanimo, ma non si poteva sapere come si sarebbero comportati i suoi successori. Lasciarla in un nascondiglio sicuro poteva rivelarsi cosa saggia. Tutto questo naturalmente è un'ipotesi. Intervista a Shlomo Goren e Dan Bahat massimo archeologo israeliano che ha collaborato allo scavo della galleria e che è il più autorevole esperto in materia di quanto ci sia sul monte del tempio.
  • Vi è poi la teoria che l’Arca sia ad Axum in Etiopia nella chiesa di Santa Maria di Sion. La tradizione che l’Arca potesse essere in Etiopia è antichissima e trova non pochi indizi a suo favore. In primis la presenza in Etiopia dei Falascià, gli ebrei neri che erano stanziati da tempo immemorabile sul lago Tana e nelle regioni limitrofe. Secondo, in tutte le chiese d’Etiopia c’è una copia dell’Arca o delle tavole della legge. Terzo, la festa dell’Arca, il Timkat in cui si rievoca appunto l'ingresso dell'Arca in Gerusalemme, preceduta da Davide che danzava e suonava la lira è la più importante di tutto il calendario etiopico. Ultimo ma non per importanza, secondo il Kabra Nagast, il poema epico etiopico la regina di Saba, andò da Axum a conoscere Salomone da cui avrebbe avuto un figlio, chiamato Menelik, che vuol dire figlio dell’uomo saggio. Questi quando compì i vent’anni si recò a conoscere suo padre e nel viaggio di ritorno fu accompagnato da molti figli dei maggiorenti di Israele. Uno di questi trafugò l’Arca e la portò ad Axum. Però ai tempi di Salomone forse Axum non era ancora stata fondata. È qui che si crea la discrepanza tra la leggenda e la realtà. Per dare credito a questa teoria, bisogna perciò trovare una spiegazione ai movimenti dell'Arca prima della fondazione di Axum. È impossibile che sia stata trafugata ai tempi di Salomone e sostituita con una copia. Una copia si poteva dare solo a chi non avesse visto l'originale. Ma l'originale lo vedeva solo il sommo sacerdote che invece avrebbe riconosciuto a prima vista una copia. Sarebbe molto più facile pensare ad una copia sbolognata dai sacerdoti a chi cercava di impadronirsi dell'originale. Questi infatti non poteva avere un riscontro. Ma torniamo allora a quando sarebbe potuta scomparire da Gerusalemme. E quale percorso avrebbe potuto seguire per arrivare in Etiopia. È buffo vedere che chi si ostina a sostenere che l'Arca sia quella di Axum si ostini anche a dichiarare che sia scomparsa sotto il regno di Manasse. Dopo il regno di Manasse sarebbe stata portata prima sull’isola Elefantina dove era insediata una comunità ebraica e c’era un tempio simile a quello di Gerusalemme. Successivamente questi ebrei sarebbero emigrati nella regione del lago Tana dove comparvero misteriosamente i falascià, gli ebrei dì Etiopia. In effetti i Falascià sostengono che l’Arca rimase per molto tempo su un’isola sul lago Tana poi fu portata ad Axum dal re Ezana, che si era convertito al cristianesimo. La chiesa che contiene l’Arca non è la prima a portare questo nome, una infatti fu distrutta dagli arabi di Mohamed Gragn, nel 1500, però secondo la tradizione etiopica l’Arca era già stata portata in salvo su un’isola del lago Zwai nell’interno dell’Etiopia al sicuro. Quando nel settecento James Bruce si recò in Etiopia, vi rimase per cinque anni e studiò tutto quello che gli capitò sotto mano, sino alle più insignificanti anse dei torrenti. Sempre i soliti bene informati sostengono che si recò in Etiopia per rubare l'Arca. Argomento risibile se si pensa che rimase in Etiopia per cinque anni e si fermò ad Axum solo due giorni. Se prima dava credito alla teoria che l'Arca fosse ad Axum, quando ci giunse dichiarò che la chiesa era brutta e piena di escrementi di piccione, e diede poco peso alla teoria dell'Arca, che liquidò dicendo che era una copia. Se riflettiamo, Bruce, che era massone può aver cercato l'Arca in Etiopia, ma non per l'oggetto in sé ma perché anche lui, come i Templari, cercava la verità che l'oggetto conteneva. La parola perduta che è alla base della ricerca massonica. Quando si trovò davanti all'Arca si rese conto che era una copia e non solo non diede peso all'oggetto, ma nemmeno alla cerimonia del Timkat, tanto importante per gli Etiopici.
  • Ma si può dire che l'Arca di Axum è una copia? Oggi la risposta è si l'Arca di Axum non è l'Arca dell'Alleanza. È sicuramente un oggetto molto antico ma con ogni possibilità un sarcofago Egizio che si è rovinato nel trasporto. Infatti qualche anno fa un italiano entrò nella chiesa di Santa Maria di Sion e fotografò l'oggetto di cui si discute tanto. Dalle foto si vede un coperchio d'oro e due figure alate molto piccole sugli spigoli dello stesso lato corto. Le ali delle due figure sono disposte a novanta gradi. È quindi una struttura completamente asimmetrica cosa assolutamente inusuale nell'architettura antica. Oggetti simili non esistono né nell'artigianato egizio, né in quello ebraico né assiro babilonese. Quale è dunque l'origine di questo oggetto? Con ogni possibilità si tratta di un sarcofago egizio che originariamente era sormontato da quattro figure alate, che in questi casi erano proprio come quelle dell'Arca di Axum, e che nei vari trasporti o movimenti ne ha per motivi ignoti perse due. La scoperta è di enorme importanza perché se non altro ci consente di scoprire finalmente cosa c'è nella chiesa di santa Maria di Sion in Etiopia. Si è scoperto che l'Arca dell'Alleanza continua a mantenere il suo segreto.