Origini:
Per cercare di capire cosa c'è dietro l'espressione di
Torino magica, è bene partire da quando Torino acquista
un ruolo importante nello stato sabaudo. Prima di Emanuele Filiberto,
era un borgo di importanza secondaria. Con la restituzione di
Torino ai Savoia, Filiberto Pingone, ha incarico da Emanuele Filiberto
di Savoia di valorizzare la tradizione locale, nobilitare Torino
in modo da giustificare il trasferimento della capitale e il desiderio
del duca a farne il centro motore dello stato. Nasce l'opera Augusta
Taurinorum, il cui ci si rifà alla leggenda di Torino fondata
dagli egizi, tra i testi a cui si ispira c'è il falso Beroso
Caldeo, testo apocrifo divulgato dal falsario Giovanni (Annio)
da Viterbo che si vantava anche di aver tradotto la lingua etrusca.
L'opera del falso Beroso avrebbe preso origine addirittura dall'origine
del mondo sino al diluvio. Nel quinto libro dello pseudo Beroso,
dove si parla dei re di Babilo-nia Aralio e Beloch, si narra de
viaggi di Fetonte - Eridano e di Osiride in Ita-lia. Il Pingone
dunque narra che nell'anno 1529 a. C. vennero fondate colonie
dei liguri da Eridano altrimenti detto Fetonte. Secondo alcuni
sarebbe arri-vato dalla Grecia secondo altri dall'Egitto. La narrazione
del Pingone ha riferimenti anche a quanto detto da Boccaccio nel
Genealogia Deorum Gentilium e già citata da Antonio Astesano.
Fetonte, principe egizio, figlio del Sole e di Iside (secondo
l'interpretazione di Eusebio da Cesarea) sarebbe venuto in Piemonte
a fondare Torino dopo aver fondato Genova. Era accompagnato dal
figlio Genuino o Ligurio. Per giustificare il nome Torino si sottolineava
che Cecrope, (primo re di Atene) detto Difie, iniziò ad
immolare tori a Giove, dopo che questi si era unito a Jo, la quale
dopo la morte sarebbe stata adorata col nome di Iside. Iside e
Jo erano già state assimilate dagli autori antichi co-me
Ovidio, Tibullo, Properzio e Giovenale, anche nell'iseo di Pompei
vi sono raffigurazioni con questa identificazione. La narrazione
di Pingone prosegue dicendo come allora l'Italia si chiamasse
Apenninia con riferimento al toro Api e quindi che la prima città
al di là dei monti volesse avere la divinità dei
tori e fu detta Taurina. Questa leggenda ebbe fortuna.
Scritti in proposito
Nel secolo successivo il Thesauro (Historia dell'augusta città
di Torino) riprese il tema. Nelle note si commenta la fortuna
della leggenda egizia fino al suo tempo. Nel XVIII secolo il Baretti
compose una canzone drammatica ispirata alla vicenda di Fetonte
sul Po.
Fetonte sarebbe precipitato nel fiume all'altezza della Gran Madre.
Pare che anche Nietzsche abbia scritto qualcosa su Fetonte a Torino,
ma fu distrutto dalla sorella Elisabetta. Si può dire che
Iside è una sorta di "santa protettrice esoterica"
di Torino. Il Muratori parla di "Iside Magna o Madre"
Curioso che si dica che ci fosse un tempio isiaco proprio dove
oggi c'è la Gran Madre.
Fatti
Nel seicento, 1630 Carlo Emanuele I acquista dai Gonzaga la Mensa
Isiaca tavola bronzea decorata acquistata dai Gonzaga con altri
270 oggetti egizi od egittizanti. La mensa Isiaca si può
ammirare al Museo Egizio.
Nel XVIII secolo Carlo Emanuele III incaricò
il professor Vitaliano Do-nati di procurarsi in Egitto pezzi d'antichità
o manoscritti rari o anche qualche mummia delle più conservate.
Questo doveva costituire un primo nucleo di un museo archeologico.
Vicino a Torino a Monteu da Po sono presenti non poche tracce
di culti isiaci e Templi Isei.
Sembra inoltre che i Savoia si siano sempre interessati di scienze
occulte.
Componenti della magia torinese
Si suppone che ci fosse un Iseo (tempio di Iside) anche a Torino,
ma non se ne hanno prove concrete. Tutti gli amanti di cose strane
vanno in visibilio pensando che Torino sia il punto d'incontro
tra le magie celtiche ed egizie e su questo fantasticano. Anche
la posizione geografica, alla confluenza di due fiumi con ancora
vicini la Stura e il Sangone sono oggetto di elucubrazioni strane.
L'acqua, per tutte le religioni, è simbolo di purificazione.
Se vogliamo essere precisi Torino è alla confluenza di
tre nazioni, la Francia l'Italia e la Svizzera. Tre culture si
incontrano in questa città.
Ma dal Pingone in poi, la leggenda egizia, vera o falsa che sia
ha preso piede. Tanto che come abbiamo visto sarà un tema
ricorrente della storia della città. Molti furono i piemontesi
che, per un motivo o per un altro, si re-carono in oriente anche
quando il viaggiare non era così comodo.
Fu grazie a questa vocazione egizia e tradizione orientalistica
della città che il Drovetti, esonerato dall'incarico di
console di Francia in Egitto e con i francesi che in piena restaurazione
rifiutarono di acquistare materiale di pro-prietà di un
giacobino. Dopo varie trattative finalmente i preziosi reperti
vennero acquistati, anche per l'aiuto dato al Drovetti da Carlo
Vidua. Sem-pre per chi è a caccia di riferimenti strani
Vidua in piemontese significa ve-dova e per certe società
iniziatiche la Vedova per antonomasia è proprio Iside.
Su questo filone di indirizzo orientaleggiante della città,
e per tutti l'oriente è sinonimo di mistero e magia, si
inseriscono dalla fine del settecento e nell'ottocento le sette
segrete e società iniziatiche. Attorno a queste società
aleggiava sempre una sorta di aura di mistero e il romanticismo
per colorire e favoleggiare su tutto è stato insuperato
e insuperabile.
Bisogna aggiungere che Torino è forse la città più
logica d'Italia, e si sa che l'uomo è parte logico razionale
e parte illogico. I torinesi tanto razionali sul lavoro recuperano
la loro irrazionalità nella "magia". A questo
punto bi-sogna fare una precisazione, distinguere tra quello che
è magico da quello che è esoterico ed iniziatico.
Ci troviamo davanti a fenomeni diversi che troppo facilmente ed
erroneamente vengono confusi. Il magico è il cercare di
dare una spiegazione non logica a qualcosa di non spiegabile.
È la fuga dal razionale. È la pretesa di dominare
le forze naturali o dell'intelletto umano con mezzi occulti. Nel
medioevo era considerata opera diabolica. Dal rinasci-mento in
poi è il tentativo di spiegare in modo qualitativo e sentimentale
le forze della natura. È un modo per dare all'uomo l'illusione
di controllare l'ignoto. Si ricorre al magico quando non si hanno
le tecniche adatte ad af-frontare delle situazioni. Il mago si
presenta alla gente come una figura in parte rassicurante, in
parte tremenda che sa dominare delle forze di cui l'uomo comune
ha paura. Non è lo stesso per le società iniziatiche
o esoteriche. Il vero significato di esoterico in greco significava
gli insegnamenti che erano riservati ad una scuola e non potevano
essere comunicati agli estranei. Pertanto è esoterico quanto
deve essere comunicato solo ad addetti ai lavori. Da questo assunto
nascono le società iniziatiche. Società in cui non
si entra per domanda di ammissione, compilazione di un modulo
od un formulario. Si entra in quanto cooptati dopo una specie
di esame di ammissione di cui in quel momento l'esaminato non
ha coscienza. La maggior parte delle società iniziatiche
non hanno niente di magico. Si può dire che il magico è
esoterico ma ne è una specie, mente la maggior parte delle
società esoteriche sono ini-ziatiche e non magiche. Per
chi non lo sapesse, I libri della Giungla dl Ki-pling sono iniziatici,
ma non magici. Il linguaggio comune considera esoteri-co chi si
occupa di scienze occulte, ma abbiamo visto che è un'interpretazione
impropria. La carboneria, la Giovane Italia, erano società
iniziatiche che vole-vano operare per un bene comune. Più
complesso è il discorso della Masso-neria che è
forse la più famosa, anche se la meno conosciuta società
iniziatica. Sulla Massoneria si è detto tutto e il contrario
di tutto. Sta di fatto che nella massoneria ci furono logge esoteriche
con rituali anche egittizzanti, ma non sembra che quella di oggi
lo sia, di certo non sembra praticare la magia. La società
iniziatica in sostanza nella maggior parte dei casi si prefigge
princi-palmente di rendere migliori i suoi adepti con uno lavoro
di studio e rifles-sione. E comunque di rivelare il suo sapere
solo a chi viene ritenuto adeguato ad entrarvi.
Si può dire che Torino sia più una città iniziatica e quindi misteriosa per i profani che non sanno a
cosa si trovano davanti, che non magica. A Torino si è
esaminati a fondo prima di ottenere l'amicizia e di essere ammessi
nelle ca-se altrui. Anche l'architettura torinese è iniziatica.
I suoi palazzi lo dimostra-no. Basta guardare le loro facciate.
Sono pulite semplici e spoglie. L'interno è opulento, ricco
di dorature e di arredi magnifici. Basta pensare a Palazzo Reale,
la sua facciata è spoglia e povera, internamente è
uno dei più belli d'Italia. Come abbiamo detto, da sempre
solo dopo una specie di iniziazione si è può accedere
all'interno delle case più belle della città. Per
questo tipo di architettura può avere una facile spiegazione
sul piano storico: il Piemonte non è mai stato una nazione
ricca. I nobili piemontesi dovevano svenarsi per pagare le guerre
dei Savoia e quindi dovevano scegliere se avere palazzi belli
dentro o fuori. Abbiamo visto qual è stata la scelta. Si
è preferito privilegiare l'interno. È stata questa
scelta a condizionare la mentalità degli abitanti o è
la mentalità degli abitanti che ha influenzato il tipo
di scelta? Per finire, in questa città ci sono anche numerose
associazioni o comunque forme di aggregazione iniziatiche esoteriche
che praticano forme di magia, ma non è facile venirne a
contatto. Troppe volte si sente dire che un grande iniziato ha
svelato qualche segreto ad un divulgatore. La cosa non è credibile. Chi realmente è iniziato, specie ad alti livelli
non svelerà mai il suo sapere se non ad un altro iniziato.
Spiegare una verità od una conoscenza iniziatica ad un
profano è esattamente l'antitesi della mentalità
iniziatica. Farebbe crollare tutto il pilastro di questo tipo
di esistenza. Meno che meno un iniziato svelerebbe elementi iniziatici
ad un divulgatore.