Torino Magica

di Francesco Cordero di Pamparato

 

 

Torino Magica


Origini:
Per cercare di capire cosa c'è dietro l'espressione di Torino magica, è bene partire da quando Torino acquista un ruolo importante nello stato sabaudo. Prima di Emanuele Filiberto, era un borgo di importanza secondaria. Con la restituzione di Torino ai Savoia, Filiberto Pingone, ha incarico da Emanuele Filiberto di Savoia di valorizzare la tradizione locale, nobilitare Torino in modo da giustificare il trasferimento della capitale e il desiderio del duca a farne il centro motore dello stato. Nasce l'opera Augusta Taurinorum, il cui ci si rifà alla leggenda di Torino fondata dagli egizi, tra i testi a cui si ispira c'è il falso Beroso Caldeo, testo apocrifo divulgato dal falsario Giovanni (Annio) da Viterbo che si vantava anche di aver tradotto la lingua etrusca. L'opera del falso Beroso avrebbe preso origine addirittura dall'origine del mondo sino al diluvio. Nel quinto libro dello pseudo Beroso, dove si parla dei re di Babilo-nia Aralio e Beloch, si narra de viaggi di Fetonte - Eridano e di Osiride in Ita-lia. Il Pingone dunque narra che nell'anno 1529 a. C. vennero fondate colonie dei liguri da Eridano altrimenti detto Fetonte. Secondo alcuni sarebbe arri-vato dalla Grecia secondo altri dall'Egitto. La narrazione del Pingone ha riferimenti anche a quanto detto da Boccaccio nel Genealogia Deorum Gentilium e già citata da Antonio Astesano. Fetonte, principe egizio, figlio del Sole e di Iside (secondo l'interpretazione di Eusebio da Cesarea) sarebbe venuto in Piemonte a fondare Torino dopo aver fondato Genova. Era accompagnato dal figlio Genuino o Ligurio. Per giustificare il nome Torino si sottolineava che Cecrope, (primo re di Atene) detto Difie, iniziò ad immolare tori a Giove, dopo che questi si era unito a Jo, la quale dopo la morte sarebbe stata adorata col nome di Iside. Iside e Jo erano già state assimilate dagli autori antichi co-me Ovidio, Tibullo, Properzio e Giovenale, anche nell'iseo di Pompei vi sono raffigurazioni con questa identificazione. La narrazione di Pingone prosegue dicendo come allora l'Italia si chiamasse Apenninia con riferimento al toro Api e quindi che la prima città al di là dei monti volesse avere la divinità dei tori e fu detta Taurina. Questa leggenda ebbe fortuna.
Scritti in proposito
Nel secolo successivo il Thesauro (Historia dell'augusta città di Torino) riprese il tema. Nelle note si commenta la fortuna della leggenda egizia fino al suo tempo. Nel XVIII secolo il Baretti compose una canzone drammatica ispirata alla vicenda di Fetonte sul Po.
Fetonte sarebbe precipitato nel fiume all'altezza della Gran Madre. Pare che anche Nietzsche abbia scritto qualcosa su Fetonte a Torino, ma fu distrutto dalla sorella Elisabetta. Si può dire che Iside è una sorta di "santa protettrice esoterica" di Torino. Il Muratori parla di "Iside Magna o Madre" Curioso che si dica che ci fosse un tempio isiaco proprio dove oggi c'è la Gran Madre.
Fatti
Nel seicento, 1630 Carlo Emanuele I acquista dai Gonzaga la Mensa Isiaca tavola bronzea decorata acquistata dai Gonzaga con altri 270 oggetti egizi od egittizanti. La mensa Isiaca si può ammirare al Museo Egizio.
Nel XVIII secolo Carlo Emanuele III incaricò il professor Vitaliano Do-nati di procurarsi in Egitto pezzi d'antichità o manoscritti rari o anche qualche mummia delle più conservate. Questo doveva costituire un primo nucleo di un museo archeologico.
Vicino a Torino a Monteu da Po sono presenti non poche tracce di culti isiaci e Templi Isei.
Sembra inoltre che i Savoia si siano sempre interessati di scienze occulte.

Componenti della magia torinese
Si suppone che ci fosse un Iseo (tempio di Iside) anche a Torino, ma non se ne hanno prove concrete. Tutti gli amanti di cose strane vanno in visibilio pensando che Torino sia il punto d'incontro tra le magie celtiche ed egizie e su questo fantasticano. Anche la posizione geografica, alla confluenza di due fiumi con ancora vicini la Stura e il Sangone sono oggetto di elucubrazioni strane. L'acqua, per tutte le religioni, è simbolo di purificazione. Se vogliamo essere precisi Torino è alla confluenza di tre nazioni, la Francia l'Italia e la Svizzera. Tre culture si incontrano in questa città.
Ma dal Pingone in poi, la leggenda egizia, vera o falsa che sia ha preso piede. Tanto che come abbiamo visto sarà un tema ricorrente della storia della città. Molti furono i piemontesi che, per un motivo o per un altro, si re-carono in oriente anche quando il viaggiare non era così comodo.
Fu grazie a questa vocazione egizia e tradizione orientalistica della città che il Drovetti, esonerato dall'incarico di console di Francia in Egitto e con i francesi che in piena restaurazione rifiutarono di acquistare materiale di pro-prietà di un giacobino. Dopo varie trattative finalmente i preziosi reperti vennero acquistati, anche per l'aiuto dato al Drovetti da Carlo Vidua. Sem-pre per chi è a caccia di riferimenti strani Vidua in piemontese significa ve-dova e per certe società iniziatiche la Vedova per antonomasia è proprio Iside. Su questo filone di indirizzo orientaleggiante della città, e per tutti l'oriente è sinonimo di mistero e magia, si inseriscono dalla fine del settecento e nell'ottocento le sette segrete e società iniziatiche. Attorno a queste società aleggiava sempre una sorta di aura di mistero e il romanticismo per colorire e favoleggiare su tutto è stato insuperato e insuperabile.
Bisogna aggiungere che Torino è forse la città più logica d'Italia, e si sa che l'uomo è parte logico razionale e parte illogico. I torinesi tanto razionali sul lavoro recuperano la loro irrazionalità nella "magia". A questo punto bi-sogna fare una precisazione, distinguere tra quello che è magico da quello che è esoterico ed iniziatico. Ci troviamo davanti a fenomeni diversi che troppo facilmente ed erroneamente vengono confusi. Il magico è il cercare di dare una spiegazione non logica a qualcosa di non spiegabile. È la fuga dal razionale. È la pretesa di dominare le forze naturali o dell'intelletto umano con mezzi occulti. Nel medioevo era considerata opera diabolica. Dal rinasci-mento in poi è il tentativo di spiegare in modo qualitativo e sentimentale le forze della natura. È un modo per dare all'uomo l'illusione di controllare l'ignoto. Si ricorre al magico quando non si hanno le tecniche adatte ad af-frontare delle situazioni. Il mago si presenta alla gente come una figura in parte rassicurante, in parte tremenda che sa dominare delle forze di cui l'uomo comune ha paura. Non è lo stesso per le società iniziatiche o esoteriche. Il vero significato di esoterico in greco significava gli insegnamenti che erano riservati ad una scuola e non potevano essere comunicati agli estranei. Pertanto è esoterico quanto deve essere comunicato solo ad addetti ai lavori. Da questo assunto nascono le società iniziatiche. Società in cui non si entra per domanda di ammissione, compilazione di un modulo od un formulario. Si entra in quanto cooptati dopo una specie di esame di ammissione di cui in quel momento l'esaminato non ha coscienza. La maggior parte delle società iniziatiche non hanno niente di magico. Si può dire che il magico è esoterico ma ne è una specie, mente la maggior parte delle società esoteriche sono ini-ziatiche e non magiche. Per chi non lo sapesse, I libri della Giungla dl Ki-pling sono iniziatici, ma non magici. Il linguaggio comune considera esoteri-co chi si occupa di scienze occulte, ma abbiamo visto che è un'interpretazione impropria. La carboneria, la Giovane Italia, erano società iniziatiche che vole-vano operare per un bene comune. Più complesso è il discorso della Masso-neria che è forse la più famosa, anche se la meno conosciuta società iniziatica. Sulla Massoneria si è detto tutto e il contrario di tutto. Sta di fatto che nella massoneria ci furono logge esoteriche con rituali anche egittizzanti, ma non sembra che quella di oggi lo sia, di certo non sembra praticare la magia. La società iniziatica in sostanza nella maggior parte dei casi si prefigge princi-palmente di rendere migliori i suoi adepti con uno lavoro di studio e rifles-sione. E comunque di rivelare il suo sapere solo a chi viene ritenuto adeguato ad entrarvi.
Si può dire che Torino sia più
una città iniziatica e quindi misteriosa per i profani che non sanno a cosa si trovano davanti, che non magica. A Torino si è esaminati a fondo prima di ottenere l'amicizia e di essere ammessi nelle ca-se altrui. Anche l'architettura torinese è iniziatica. I suoi palazzi lo dimostra-no. Basta guardare le loro facciate. Sono pulite semplici e spoglie. L'interno è opulento, ricco di dorature e di arredi magnifici. Basta pensare a Palazzo Reale, la sua facciata è spoglia e povera, internamente è uno dei più belli d'Italia. Come abbiamo detto, da sempre solo dopo una specie di iniziazione si è può accedere all'interno delle case più belle della città. Per questo tipo di architettura può avere una facile spiegazione sul piano storico: il Piemonte non è mai stato una nazione ricca. I nobili piemontesi dovevano svenarsi per pagare le guerre dei Savoia e quindi dovevano scegliere se avere palazzi belli dentro o fuori. Abbiamo visto qual è stata la scelta. Si è preferito privilegiare l'interno. È stata questa scelta a condizionare la mentalità degli abitanti o è la mentalità degli abitanti che ha influenzato il tipo di scelta? Per finire, in questa città ci sono anche numerose associazioni o comunque forme di aggregazione iniziatiche esoteriche che praticano forme di magia, ma non è facile venirne a contatto. Troppe volte si sente dire che un grande iniziato ha svelato qualche segreto ad un divulgatore. La cosa non è credibile. Chi realmente è iniziato, specie ad alti livelli non svelerà mai il suo sapere se non ad un altro iniziato. Spiegare una verità od una conoscenza iniziatica ad un profano è esattamente l'antitesi della mentalità iniziatica. Farebbe crollare tutto il pilastro di questo tipo di esistenza. Meno che meno un iniziato svelerebbe elementi iniziatici ad un divulgatore.

 

 

 

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